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Introduzione di Mons. Mariano Crociata
Vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Pr
Il
canto
è
una
dimensione
fondamentale
dell’umano,
una
modalità
espressiva
che
lo
denota
in
ma-
niera
inconfondibile
e
una
manifestazione
incomprimibile
del suo
essere
e del
suo sentire.
Lo
ri-
chiama
l’Ordinamento
Generale
del Messale
Romano
quando
collega
il
canto
alla
gioia
del
cuore
o
quando
cita S.
Agostino,
per
il
quale
«il
cantare
è proprio
di
chi
ama»
[Discorsi
336,
1].
Tutti
i sen-
timenti,
quando
raggiungono
un grado
di
particolare
intensità,
hanno
bisogno
di trovare forme
espressive
in
grado
di
dirne
l’umana
verità.
L’arte
si
è
sempre
incaricata
di
trovare
le
modalità
più
adeguate
per
rispondere
a
tale
profonda
istanza,
e
tra
di
esse
un
posto
eminente
occupa
il
canto.
Nell’esperienza
religiosa
il sentire
umano
raggiunge
la più
profonda
intensità,
in una
circolarità
inesauribile
con
la
coscienza
di
verità
e
con
la
responsabilità
della
libertà.
La
fede
cristiana
ha
co-
nosciuto
e
maturato
tale intensificazione
in
modo
tutto
speciale
nel
corso
dei
secoli.
Il
canto
ha
svolto
in
essa
un
ruolo
fondamentale,
a
partire
dal
luogo
generativo
della
sua
esperienza
ecclesiale,
e
cioè la
liturgia,
nella
quale,
in
particolare,
va
rilevato
l’intreccio
intimo
che
sussiste
tra divino
e
umano.
Essa
si
presenta
nella
forma
di
una
prestazione
umana,
ma
in
realtà
realizza
in
modo
emi-
nente
ciò
che
la
tradizione
benedettina
definisce
opus
Dei
[Regola
43].
Lo
si
vede
specialmente
nel-
la Liturgia
della
Parola,
costitutiva
della
Celebrazione
eucaristica
e
di
ogni
altra
celebrazione
sa-
cramentale,
e prima
ancora
nella
Sacra
Scrittura,
che
alla
liturgia
fornisce
in
larga
misura
il
conte-
nuto.
Parola
di
Dio
in
parola
umana,
la
Scrittura
testimonia
quanto
Dio
vuole
comunicare
al
suo
popolo
e
ai
suoi
fedeli
attraverso
la
storia,
le
parole
e
la
fede
di
uomini
e
donne
che
si
sono
lasciati
ispirare
e guidare
da
lui.
La testimonianza
scritturistica
possiede,
perciò,
una
intrinseca
struttura
dialogica
e
fa
vedere
la dinamica
essenziale
della
rivelazione
nella
sua
correlazione
con
la
fede.
La rivelazione
accade
là
dove
qualcuno
la
accoglie
con
fede,
nella
comunità
dei
credenti.
La
rivelazione
pertanto
abbraccia
costitutivamente
la risposta
del
credente.
Dio non
ha parlato
veramente
finché
non
ha trovato
risposta
nella
fede
dell’orante
che
della
sua
Parola
anela
a
nutrirsi
e a
vivere;
questo
perché
la risposta
di fede
è
essa
stessa
parte
integrante
dell’opera
di
Dio
che
si rivela.
La Chiesa
è la
creazione
divina
di
una
umanità
che
ha
cominciato
ad
accogliere,
credere,
rispondere.
Di
questa
dinamica
teologica
vive
la
Liturgia
della
Parola,
nella
quale
si attua
ritualmente
il par-
lare
di
Dio
e
il
rispondere
del
credente.
Nell’unica
Parola
di
Dio
troviamo
le
parole
con
cui
Dio
si
comunica
e
l’uomo
gli
risponde
nella
maniera
più
conforme
al
suo
essere
creaturale
e
credente,
e
insieme
conforme
alla
divinità
del
creatore
e
salvatore
che
a
lui
ha
deciso
di
donarsi.
Nel
salmo responsoriale
si condensa
la
risposta
del
credente
e della
comunità
tutta
a
Dio
che
parla
e
comunica
la
sua
sapienza
e
bontà.
In
esso
troviamo
dunque
la
consonanza
con
quanto
Dio
insegna,
la disponibilità
verso quanto
esige
e indica,
la lode
e il
ringraziamento,
la richiesta
di
per-
dono
e di
aiuto,
il dolore
e lo
sconforto
della
creatura
che
messa
alla
prova
invoca
e grida
a
Dio,
e di
seguito l’espressione
di tutto
ciò che
il credente
con la
sua comunità
vive,
sperimenta,
soffre.
L’indicazione
che il
salmo
responsoriale
nella
liturgia
festiva
sia
pregato
cantando
corrisponde
dunque
all’esigenza
di
caricare
di
tutto
il suo
significato
la risposta
dell’assemblea
liturgica a
Dio che
parla.
Vi riscontriamo
davvero
la gioia
dell’incontro
con Dio
in Gesù
Cristo,
l’amore
ricevuto
e ricambiato
con
colui
che
ha
donato
il
proprio
Figlio offrendolo
in sacrificio
sulla
croce,
il
cumulo
di
tutti
i drammi
dell’esistenza
e della
storia,
del dolore
e della
gioia di
cui è
intrisa
la
storia
dell’uomo,
nella
certezza
che solo
in Dio
trovano
risposta
tutte
le
domande,
pace
tutti
i conflitti,
comunione
tutte le
divisioni,
appagamento
tutti i
bisogni,
le attese,
le
speranze.
Nella
risposta
del
salmo
re-
sponsoriale
c’è
l’intensificazione
dell’esperienza
universale
della
comunità
credente
con i
suoi drammi
e le
sue esperienze
esaltanti
di
grazia
e di
santità.
Le composizioni
musicali
del
maestro
Marco
Di Lenola
si inseriscono
perfettamente
in questo
contesto
con
il
pregio
di
elaborare
e
proporre
un repertorio
completo
e
organico
di canto
dei
salmi
responsoriali
per i
cicli festivi dell’intero
anno
liturgico.
Il
loro
stile ha
un carattere
non
solo
con-
forme
alle
esigenze
della
liturgia,
ma
si
presenta
come
una
soluzione
di
grande
equilibrio
fra una
forma
classica
che
viene
dalla
tradizione
e le
formule
melodiche
di
più
recente
invenzione,
consen-
tendo
all’assemblea
di
partecipare
attivamente
alla celebrazione.
Un
pregio
che si
unisce
a quanto
detto
consiste
nella
possibilità
che la
struttura
delle
composizioni
offre di
eseguire
la
partitura
a
va-
ri gradi
di complessità
di
voci
e strumenti,
dalla
voce
solista
fino
alla
completa
polifonia
di
voci.
Siamo
grati al
maestro
Di Lenola
per
quest’opera
che
arricchisce
il
patrimonio
musicale
liturgico
italiano
e offre
un contributo
originale
alla
recezione
della
riforma
liturgica
conciliare.