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Bandini, Pietro
1847-1929

5 Toccate

Per Organo

25,00

Organico:
OIO 138
9790215809734
21,5x31
28
Lucca, Giuseppe
Armelin Musica

CONTENUTO:

Toccata per l’elevazione
Toccata per l’elevazione
Toccata per l’offertorio
Toccata al postcommunio
Toccata al postcommunio (in Messa da requiem)

La grande diffusione della musica in Italia negli ultimi decenni è indubbiamente fenomeno ascrivibile in gran parte all’avvento del disco. Tramite questo prodotto preconfezionato, e di conseguenza adatto a qualsiasi palato – avulso cioè da qualsiasi rapporto autore-interprete-pubblico – le grandi masse hanno finalmente usufruito dei più noti capolavori del presente e del passato più o meno remoto. Il che non sta gratuitamente a significare che le generazioni precedenti non possedessero mezzi alternativi per accostarsi al mondo dei suoni: come mai i nostri nonni, senza aver mai varcato in vita loro la benché minima soglia di un teatro, erano a conoscenza delle più famose arie d’opera? Se in Germania, già dal secolo scorso, le sinfonie dei grandi – tanto per citare un esempio – dalle sale da concerto passavano tout court all’ambiente domestico, grazie al proliferare di trascrizioni a quattro mani e non (generalmente per pianoforte), certo non fu proprio così in un paese come l’Italia. E già, perché la figura del pianista dilettante, l’abitudine a fare musica tra familiari come nei paesi d’oltralpe, era senz’altro cosa meno usuale nella patria di Giuseppe Verdi. Strano a dirsi, fu allora uno strumento come l’organo (unitamente alle bande musicali) a sobbarcarsi parte dell’onere di riprodurre la musica teatrale, altrimenti inaccessibile ai più, di produrre insomma musica per il popolo. A iniziare da nomi quali P. Davide da Bergamo (1791-1863) e Giovanni Morandi (1777-1856), spunterà una colorita fioritura di organisti-compositori ‘melodrammatici’, che si protrarrà sino all’avvento della cosiddetta Riforma Ceciliana, volta appunto all’ostracismo di pagine costruite sulla falsariga dello stile operistico. Incuranti – o ignari! – di tale riforma, ancora si ravvisano all’inizio del nostro secolo autori minori, che seguitano imperterriti ad assecondare il gusto dell’epoca, ammiccando alle pagine più note della romanza e del teatro d’opera. Alla numerosa schiera di quest’ultimi appartiene il nome di Pietro Bandini, detto Pierre, nato a Chiusi nel 1847 e morto a Sarteano (siamo nella Valdichiana senese) nel 1929. A onor del vero, le date riportate a fondo pagina di queste composizioni, sono senz’altro da riferire ad una ricopiatura in bella copia da parte dell’autore stesso di opere antecedenti nel tempo: sembra peraltro improbabile che nel giro di soli tre o quattro anni l’intera produzione ammontasse a 21 collezioni di sonate, 1 raccolta di sonate, 1 collezione per organo con pedaliera antica, 1 raccolta di sonate per le Messe funebri, oltre ad altri 2 repertori di sonate (Sarteano, archivio della Chiesa Collegiata S. Lorenzo). Giuseppe Lucca