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Franzosini, Bartolomeo
1768-1853

Andante per violoncello e organo

14,00

Organico:
AMM 281
9790215818149
21,5x31
8+1 parte
Zoja, Riccardo
Armelin Musica
Bartolomeo Franzosini, figlio di Bernardo, fu esponente di una celebre famiglia del Verbano, legata ad importanti attività industriali e commerciali e di documentata influenza politica e sociale nel territorio del Lago Maggiore: la titolarità di una celebre vetreria con numerosi dipendenti e con rapporti commerciali in Europa fu il destino anche di Bartolomeo che ne resse con successo le sorti per gran parte della sua vita. Dopo gli studi universitari ed artistici, nel 1793 fu nominato organista e maestro di cappella della Insigne Basilica Collegiata S. Vittore di Intra e mantenne l’incarico sino al 1839 quando si dimise con una celebre lettera al Capitolo della Basilica nella quale descriveva i propri problemi di salute e la necessità che il più alto decoro artistico delle celebrazioni fosse costantemente garantito. La sua opera compositiva continuò, tuttavia, anche successivamente all’abbandono dell’incarico; fu assai fecondo compositore di opere sacre, teatrali, sinfoniche e cameristiche che lo fecero affermare come il massimo musicista dell’epoca nel territorio dell’alto novarese; ma la sua fama varcò ampiamente i confini della sua terra: sue composizioni furono commissionate e diffuse attraverso la famiglia Borromeo e ne sono state reperite anche presso l’archivio capitolare del Duomo di Milano. Massima celebrità e diffusione fu raggiunta dal suo “Requiem” per Vittorio Emanuele I di Savoia (+1824), per soli, coro e orchestra, la cui esecuzione fu ripetuta molte volte, in occasione delle esequie di varie personalità e che è segnalato come suo vertice artistico anche da storici successivi e come “musica per gli intelligenti” dagli studiosi della cultura del Verbano (De Vit, 1876). La sua vasta produzione annovera un rilevante numero di opere comprensivo di musica organistica, 6 sinfonie per orchestra, musiche di scena, Messe e Vespri solenni per soli, coro e orchestra, quartetti, cantate, opere da camera, musica vocale e strumentale di vario genere, opere per complessi di strumenti a fiato che dimostrano il suo rilievo anche nella vita teatrale e civile dell’epoca. Grande notorietà ebbe il suo mottetto “Victorem beatum” per soli, coro e orchestra, per la celebrazione della solennità di S. Vittore M., patrono della sua città ed attualmente della città di Verbania. Anche in tarda età sono documentate commissioni e richieste di composizioni per diverse occasioni nonché consulenze su diverse vicende musicali che dimostrano il prestigio del quale fu contornato per tutta la vita. Alla sua morte, in assenza di figli, con un celebre testamento lasciò notevoli risorse per persone disagiate ed ai componenti fedeli della servitù che lo assistettero sino alla fine: una solenne lapide nella monumentale tomba di famiglia nel cimitero di Intra esprime la celebrità e la stima artistica ed umana dalle quali fu circondato. La sua attività come architetto è espressa massimamente dalla realizzazione della chiesa di S. Rocco in Solcio di Lesa (“sua amata villa”): in quest’opera ben si esprime il suo radicamento nella cultura classica, così come in diversi studi progettistici, prevalentemente per opere civili. Dalla fine del XIX sec. la sua produzione rimase per lungo tempo occulta. A far tempo dal 1990 chi scrive iniziò l’opera di ricerca e recupero pressoché integrale dei manoscritti attraverso un approfondito lavoro esteso agli archivi di Verbania e della Diocesi di Novara, agli Archivi della famiglia Borromeo, all’archivio capitolare del Duomo di Milano fondando, nel 1994, il Centro Studi Franzosiniani, con sede in Verbania, espressamente dedicato al recupero critico dell’autore e procedendo anche alla redazione del primo catalogo generale delle opere (1993). Tale catalogo è stato aggiornato e completato in collaborazione con Roberto Olzer mediante l’indicazione di tutti gli incipit delle opere (1996). Contestualmente è stato avviato il lavoro di revisione critica delle opere che ha visto, nel 1994, per la prima volta in epoca moderna, l’esecuzione di sue composizioni orchestrali. La pubblicazione delle opere per organo solo o con strumenti rappresenta un importante capitolo nella restaurazione dell’opera di Franzosini e un contributo storico culturale inedito nella ricerca sull’organo in Italia tra XVIII e XIX secolo.   Riccardo Zoja