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Vaccaj, Nicola
1790-1848

Arie d’opera per l’insegnamento del bel canto italiano, vol. 2 Mezzosoprano e Contralto

Ad uso didattico e artistico divise per voce e difficoltà di esecuzione. Vol. 2 arie per mezzosoprano e contralto ridotte per canto e pianoforte

28,00

Organico:
PDM 308
9790215818972
21,5x31
52
Santarelli, Paolo - Borrelli, Emiliano
Armelin Musica

CONTENUTO:

Introduzione / Introduction
L’uomo / Life
Il didatta / Career
Note storiche e tecnica vocale
Historical notes and vocal technique

I testi / Lyrics

Quell’aria nobile e sì modesta (Malvina)
Se Romeo t’uccise un figlio (Giulietta e Romeo)
Là sul campo in mezzo all’armi (Giovanna d’Arco)
Cara, deh, asciuga il pianto (Giovanna Gray)
Ah, se tu dormi, svegliati (Giulietta e Romeo)

L’AUTORE Nicola Vaccaj (Tolentino, 15 marzo 17 90 – Pesaro, 5 agosto 18 48) fu compositore e insegnante di canto, ultimo esponente della scuola musicale napoletana. Iniziati gli studi musicali presso l’Accademia di Santa Cecilia di Roma, fu a Napoli per seguire le lezioni del maestro Giovanni Paisiello. Qui, nel 1815, mise in scena la sua prima opera lirica intitolata I solitari di Scozia ottenendo un discreto successo. Trasferitosi a Venezia scrisse altre opere e si dedicò all’insegnamento del canto lirico. Penalizzato dal confronto con i nuovi astri emergenti – Bellini, Rossini e Donizetti – lasciò l’Italia alla volta di Parigi e poi Londra dove, nel 1834, pubblicò il suo Metodo pratico di canto italiano per camera che rimane ancor oggi uno strumento didattico indispensabile per i cantanti d’opera. Le sue opere furono rappresentate nei principali teatri italiani. Tra le più famose: La pastorella feudataria, Zadig ed Astartea, Bianca di Messina e il suo capolavoro Giulietta e Romeo su libretto di Felice Romani. Si occupò altresì di musica sacra e compose innumerevoli ariette da camera per l’insegnamento del belcanto o per circostanze occasionali. Compositore ed eccellente maestro di canto, come scriverà il figlio Giulio nella biografia, considerava le quindici lezioni del suo Metodo pratico di canto italiano per camera “…come la prima parte di un metodo più esteso nel quale avrebbe tenuto presenti i diversi generi di voci” (cf. Vita di Nicola Vaccaj scritta dal figlio Giulio, pag.147). In effetti, Vaccaj in tutta la sua vita si servì costantemente di ariette da camera per l’insegnamento del bel canto ma non ebbe il tempo di completare il suo progetto con le raccolte di arie d’opera divise per tipo di voce. Profondo conoscitore della fisiologia umana, seppe conciliare perfettamente i “limiti dell’arte” con i “limiti della voce”, adoperando anche nelle arie d’opera una scrittura comoda, ricca di fioriture ma gravitante per lo più nelle zone centrali, evitando le forzature e gli urli che iniziavano a invadere i teatri dell’epoca. Questa comodità esecutiva delle arie d’opera di Nicola Vaccaj, mai spinte agli estremi o soggette a eccessi, ne fanno un mirabile strumento didattico dove il canto è principalmente tecnica al servizio dell’espressione. Su tali basi poggia il presente lavoro che ha l’ambizione di fornire un completamento ideale al Metodo pratico di canto attraverso raccolte di arie d’opera di difficoltà graduale, divise per voci e tratte dal repertorio operistico di Nicola Vaccaj. THE COMPOSER Nicola Vaccaj (Tolentino, 15 March 17 90 – Pesaro, 5 August 18 48) was an Italian composer and singing teacher. He studied music at the Accademia di Santa Cecilia in Rome and later under Giovanni Paisiello, in Naples . He had his first operatic success in Naples with I solitari di Scozia, in 1815. He moved to Venice where he wrote other operatic works and taught voice. Eclipsed by his contemporaries, Bellini, Rossini and Donizetti, he left Italy for Paris and then for London where, in 1834, he published his Metodo pratico di canto italiano per camera (Practical Vocal Method) which is still an essential teaching tool for operatic singers. His operas were performed at the top theatres in Italy . The most successful were: La pastorella feudataria, Zadig ed Astartea, Bianca di Messina and his masterpiece Giulietta e Romeo with libretto by Felice Romani. He also developed an interest in sacred music and composed many arias for special occasions or for teaching voice A composer and singing teacher par excellence, created fifteen lessons as part of his Metodo pratico di canto italiano per camera which, in the words of his son and bibliographer, he intended to be “…the first part of a more extended method taking into account different types of voice” (cf. Vita di Nicola Vaccaj, written by his son Giulio, page 147). However, although Vaccaj made constant use of operatic arias for teaching voice throughout his career, he never found the time to complete his project with collections of operatic arias for different types of voice. He was very knowledgeable about human physiology and could reconcile perfectly the “limitations of art” with the “limitations of the voice”. His operatic areas are written in a comfortable style, rich in embellishment but more restrained in the main, without need for high pitch and forcing of the voice which were characteristic of theatrical singing of the time. The ease with which Vaccaj’s operatic arias can be sung, without extremes or excess, make them an excellent teaching tool where singing is mainly technical at the service of expression. It is in this regard that this collection aims to serve as the ideal complement to the Metodo pratico di canto, with operatic areas drawn from Nicola Vaccaj’s repertoire arranged according to difficulty and transposed for different voices.