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Vettorazzi, Cecilia

Cántico espiritual de San Juan de la Cruz.

Per soprano solo, gruppo vocale, due violini, violoncello, organo e voce recitante. Partitura

28,00

Organico:
ECV 190PT
9790215823877
23x32
116
Armelin Musica
Il Cantico Espiritual è una composizione per soprano solo, gruppo vocale, due violini, violoncello, organo e voce recitante, su testo del mistico spagnolo San Giovanni della Croce (1542-1591). È costituita da un Prologo e 12 Quadri divisi in due parti. Il poema di Giovanni della Croce narra la storia d’amore tra il Creatore e la sua creatura: tra Dio e l’anima, che l’autore chiama Sposo e Sposa. Nel Prologo ho messo in musica un breve testo giunto fino a noi dalla tradizione popolare dell’epoca di Fra Giovanni: Muérome de amores; si tratta di una strofa – la cui melodia è andata perduta – che descrive le schermaglie amorose di due innamorati e che qui ha la funzione di introdurre delicatamente il tema dell’opera. Le due parti che seguono, invece, contengono le 40 strofe dell’opera di San Giovanni della Croce (Canciones entre el alma y el Esposo), più due frammenti (relativi alle strofe 36 e 40) tratti dal commentario che egli stesso scrisse a spiegazione del poema. Trovando in essi il compimento musicale del Cantico e la sua naturale conclusione, ho scelto di musicarli e di porli a cornice dell’ultima strofa dell’opera. I Quadri intendono esprimere momenti caratterizzati da un particolare clima sonoro e senso compiuto, strettamente connessi con il testo, coinvolgendo l’organico strumentale più adatto. Le parti della Sposa sono espresse a volte dalla voce solista del soprano a volte dal coro. La voce dello Sposo, invece, è affidata alle voci maschili a tre parti, in riferimento alla Trinità, e appare nell’opera in tre punti: nei Quadri VI, VIII e X. Nell’opera di Giovanni della Croce è prevalentemente la Sposa a parlare, mentre allo Sposo sono riservate solamente sette strofe su quaranta. Musicando il testo, però, ho scelto di far risuonare la voce dell’Amato anche in altri momenti. Con la musica, infatti, ho potuto dar voce allo Sposo là dove la Sua presenza era evocata e dove Egli poteva aver lasciato traccia della Sua bellezza. È in questo Tema che possiamo trovare la traccia del passaggio dell’Amato: non ancora la Bellezza della Sua persona, ma solo un lontano e struggente accenno. Una parte importante è affidata al violoncello, che nello scorrere dei vari Quadri interpreta anche da solista lo stato d’animo dell’azione che si va narrando. A questo splendido strumento è affidato il compito di attraversare i sentimenti che l’Amata e l’Amato vivono: esso custodisce i Temi dei protagonisti della vicenda d’amore, li ripresenta nei momenti in cui le parole sembrano non bastare ed è garante di una continuità musicale che a volte sta alla pari con le voci del coro. Le indicazioni di movimento che si trovano all’inizio di ogni Quadro sono formate da due parole: l’una riferita alla musica e patrimonio del mondo dei suoni, l’altra attinente al clima spirituale che si intende esprimere. Ad esempio, nel finale del XII Quadro, l’espressione “solenne con beatitudine”, si riferisce sia alla solennità dell’incedere musicale che alla beatitudine raggiunta in questo punto della vicenda spirituale narrata dal poeta. Nel mio lavoro compositivo, il pensiero e il cuore hanno cercato la musica più vicina alle parole, quella capace di illuminarle: una ricerca instancabile dell’armonia, che consente alle parole di trovare i propri suoni.