Questa raccolta di 17 variazioni fu composta da Giuseppe Tartini sul primo movimento (Grave) della sonata in fa maggiore per violino e basso continuo BF5 (del catalogo Brainard).
Tutta l’opera ha un’impostazione di carattere didattico, orientata esclusivamente alla pratica dell’ornamentazione, così come è stata composta la raccolta di 50 variazioni su un tema di Corelli, edite come “L’Arte dell’Arco” e concepite da Tartini per lo studio e sviluppo della tecnica dell’arco.
Tartini ha praticato frequentemente la tecnica dell’ornamentazione; esiste una grande quantità di movimenti lenti dei suoi concerti per violino variati secondo una particolare e personale formulazione.
Presso l’Università di Berkeley si trovano molte copie di questi adagi fioriti. Nel suo “Traités des Agremens” l’autore indica e suggerisce la realizzazione delle cellule melodiche, ch’egli chiama “scheletro”, seguendo precise regole per l’aumentazione.
Gli abbellimenti sono totalmente svolti sulla tecnica della mano sinistra, attraverso l’uso, talvolta esasperato, del trillo, dell’acciaccatura, delle scale, con rarissime implicazioni, tra l’altro piuttosto semplici, della tecnica dell’arco.
Solo nella prima metà della prima misura della prima parte, e della seconda parte la figura ritmica resta inalterata, senza alcuna fioritura.
La sovrabbondanza di note da collocare in un ambito ritmico definito richiede grande agilità da parte dell’esecutore. In alcuni casi però la velocità richiesta rende precaria la percezione sonora per cui si rende necessaria una dilatazione del tempo con conseguente alterazione della regolare scansione ritmica del brano e aumento delle problematiche per l’esecuzione con il basso.
Queste Variazioni furono composte nel 1743 e pubblicate nel 1798 da J.B. Cartier ne “L’Art du Violon” e successivamente a Vienna da Jean Cappi nel 1800 col titolo “Caprices ou Etude du Violon” dediés aux Amateurs par Tartini / Vienne / chez Jean Cappi Place St. Michel n 4 .
Giovanni Guglielmo