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Sabatini, Alberto

Gli organi della Pontificia Basilica del Santo a Padova

Ottocento anni di storia ed arte organaria nell’insigne santuario antoniano

68,00

Organico:
MAN 116
9788899619008
23x28
176
Armelin Musica

CONTENUTO

Parte prima
Introduzione

Praeludium

Parte seconda
Note di storia organaria nei secoli xiv-xxi
Il Trecento e il Quattrocento
Gli Organi di Giorgio da Vienna, di Domenico da Lucca e di Antonio Dilmani
Il Cinquecento
Giovanni Battista Antegnati, Vincenzo Colonna e i postulati dello stile concertante
Il Seicento
Antonio Barcotto, i quattro Organi del presbiterio e lo stile barocco di Eugenio Casparini
Il Settecento
Il neoclassicismo veneto di Pietro Nacchini e il contestato Organo del conte Marco Lion
L’Ottocento
Il grande Organo romantico-sinfonico di Carlo Vegezzi Bossi
Il Novecento e il nuovo millennio
La riforma di Vincenzo Mascioni e il monumentale Organo plurifonico

Parte terza
L’Organo monumentale dei nostri giorni
Caratteristiche acustiche generali
L’Organo di Carlo Vegezzi Bossi (1895)
L’Organo di Vincenzo Mascioni (1931)
La consolle “Mascioni” della tribuna
La consolle “Mascioni” del presbiterio

Parte quarta
Note

Parte quinta
Riferimenti Archivistici
Fonti archivistiche e manoscritti
Fonti Emerografiche
Fonti Bibliografiche
INDICE DEI NOMI

Pp. 176 interamente a colori Copertina cartonata Tra le innumerevoli opere d’arte che arricchiscono la Pontificia Basilica di Sant’Antonio, come i dipinti, i bassorilievi, le sculture, le dorature, i manufatti lignei e marmorei, vanno certamente ricordati i molti Organi a canne che, nel corso di otto secoli di storia, hanno accompagnato e scandito la vita liturgico-musicale di questo mirabile complesso devozionale. Il volume ricostruisce le vicissitudini di storia organaria e ricorda i vari Organi che si sono avvicendati sotto le grandi cupole del Santuario Antoniano: dalle prime notizie del Trecento sino ai nostri giorni. La pubblicazione è completata dalla descrizione tecnica dell’attuale strumento: uno tra i più grandi e importanti d’Europa; costruito tra il 1895 ed il 1931 dalle prestigiose ditte “Carlo Vegezzi Bossi” e “Vincenzo Mascioni”, possiede più di 6000 canne (la più grande misura più di 7 metri di lunghezza), un centinaio di registri sonori, cinque casse espressive e 2 consolles (una di 5 tastiere e una di 3). La configurazione di quest’Organo è il felice risultato di una discreta sequenza storica di edificazioni, aggiunte e riunificazioni; il fuoco sonoro, costituito da tre distinti corpi fonici, dislocati in altrettante sedi all’interno dell’immenso tempio cupolato, sfrutta la possibilità di un effetto plurifonico il quale – se sapientemente utilizzato – conferisce allo strumento una strabiliante quanto rara spazialità acustica. L’Organo della Basilica del Santo si distingue anche per voci e registri particolarmente rari in Italia: se da un lato fanno di questo strumento un unicum nel suo genere, dall’altro ne suggellano la monumentalità elevandolo ad autentico capolavoro dell’arte organaria italiana.