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Juvarra, Antonio

In te si canta

Uscire dalla prigione foniatrica ed entrare nell'universo del canto

25,00

Organico:
MAN 126
9788899619084
16x23
196
Armelin Musica

I Introduzione. Il quinto cieco
II Lettera aperta a Celine Dion o della didattica vocale foniatrica
III To be or to do: that is the question
IV Italians ovvero tempi che cambiano
V Dare la flebo ai morti viventi e murare col cemento i sepolti vivi
VI Virtuose della balbuzie concettuale
VII Figure dell’immaginario vocale
VIII Il segreto del grande “giro”
IX Sette postulati di scienza belcantistica
X Superprofessionisti cantando, dilettanti allo sbaraglio insegnando
XI Frasi a effetto
XII La tecnica del belcanto come semplificatore di complessità
XIII Il “si canta come si bisbiglia” del neobelcantista f.p.
XIV Vero e falso dire nel canto
XV Lo strano caso degli allievi “virtuosistico-virtuali”
XVI Voice balls ovvero i pallonari del “prodotto vocale”
XVII A volte raddoppiano
XVIII Il respiro del canto e della vita
XIX Luna park tecnico-vocali
XX Alle sorgenti della cultura del belcanto
XXI Cronache dal “Libro delle facce”
XXII Grandi cantanti di serie “A” che hanno snobbato le teorie meccanico-muscolari
XXIII Belcanto e meccanocanto
XXIV Stirpi canore naturali
XXV La formula di mancini ovvero sinergie naturali del canto
XXVI I trip dell’esotismo vocale
XXVII La voce “alta”
XXVIII Dell’affondare e del galleggiare nel canto
XXIX Storie italiane di canto affondato (e affogato…)
XXX Mondi paralleli “specialistici”
XXXI Dialogo di un belcantista e un affondista
XXXII Gianguido Mussomeli intervista Antonio Juvarra

Il libro parla di tutte le gabbie, i gessi e le impalcature invisibili che la didattica vocale moderna ha costruito attorno alla voce nell’illusione di controllarla meglio (e col risultato di soffocarla), e di come imparare a liberarsene. Questo tipo di controllo statico e rigido, introdotto nel canto dalla foniatria artistica un secolo e mezzo fa e basato su una serie di azioni muscolari volontarie localizzate, si sta dimostrando col tempo sempre più nocivo e va pertanto sostituito con un diverso paradigma tecnico-vocale. E’ ora di svegliarsi insomma dall’ipnosi collettiva del controllo meccanico diretto della voce (fallimentare utopia, prodotta dalla scienza dell’Ottocento) e tornare a quella concezione tecnico-vocale olistica e naturale, che ha fatto grande nei secoli la scuola di canto italiana storica. L’AUTORE ANTONIO JUVARRA insegna canto all’Accademia d’arte lirica di Osimo (con Raina Kabaivanska, Lella Cuberli e William Matteuzzi) e storia delle tecniche vocali al Conservatorio di Castelfranco Veneto. Ha cantato come solista nei più importanti teatri lirici, tra cui la Scala di Milano, la Fenice di Venezia e l’Arena di Verona, con direttori come Riccardo Muti, Gianandrea Gavazzeni e Julius Rudel. Oltre che di numerosi saggi e articoli, è autore dei seguenti testi sul canto: il trattato Il canto e le sue tecniche (Ricordi, 1987), il metodo teorico-pratico Lo studio del canto (Ricordi, 1999), entrambi adottati come testi di studio in molti conservatori italiani, il volume di aforismi Riflessioni figurate sul canto (Armelin, 2002), i libri I segreti del belcanto. Storia delle tecniche e dei metodi vocali dal Settecento a oggi (Curci, 2006), Cantare, decantare, incantare (Ut Orpheus, 2011), Incontri, esperienze e idee sul canto, (Ut Orpheus, 2013), Canto perduto, canto ritrovato (Armando, 2014), il libro con DVD La tecnica vocale italiana (Armelin, 2014) e i volumi Esserci o non esserci nel canto (Ut Orpheus, 2014) e In principio era il canto (Ut Orpheus, 2015). Ha curato inoltre, per la casa editrice Armelin, l’edizione moderna del metodo teorico-pratico di Francesco Lamperti. E’ stato invitato a tenere corsi di canto presso il Mozarteum di Salisburgo, il Conservatorio Superiore di Strasburgo, la Scuola dell’opera italiana di Bologna oltre che presso numerosi conservatori italiani, tra cui il Conservatorio di Napoli e il Conservatorio di Venezia, ed ha partecipato come relatore a vari congressi scientifici internazionali sulla voce cantata