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Lanza, Stefano

La Didattica del Solfeggio e del Dettato Musicale

Principi metodologici e pratici per l'insegnamento del corso fondamentale di musica.

14,00

Organico:
MAN 042
9788895738833
21,5x31
Armelin Musica
DALL’ESPERIENZA TRENTENNALE DI INSEGNAMENTO DI TEORIA E SOLFEGGIO IN CONSERVATORIO UNA GUIDA PRATICA RIVOLTA A TUTTI GLI INSEGNANTI CHE VOGLIONO INSEGNARE QUESTA MATERIA MEGLIO E CON PIU’ ENTUSIASMO. PRESENTAZIONE DEL VOLUME Tutti gli studenti di musica si trovano a fare i conti, nei loro primi anni, col famigerato solfeggio, materia tanto necessaria quanto apparentemente ostica. L’atteggiamento degli insegnanti privati di strumento verso questo problema varia dal negarne l’importanza, riducendolo quindi a minime nozioni di volta in volta che si rendono necessarie, a diluirne lo studio in piccole dosi per non scoraggiare l’allie-vo (ma allungando così i tempi a dismisura), fino a passare la patata bollente a un insegnante specifi-co. Questa è la soluzione di gran lunga meno preferita, sia per la riluttanza a dividere con altri il “ce-spite”, sia perché, quasi sempre a buon diritto, non si riconosce all’altro una competenza maggiore della propria. Insegnare solfeggio, e che ci vuole? Tutti l’hanno studiato e conosciuto relativamente a fondo, e inoltre si tratta di una materia dei primi anni, che un musicista compiuto, con tutta la sua esperienza, sprà ben gestire. Ma poi si vedono i risultati, quando quegli allievi vengono a sostenere gli esami di licenza nei conservatori: in genere anche quelli che vengono promossi dimostrano una preparazione più formale che sostanziale, sembrano cioè avere sviluppato solo una certa praticaccia che gli permette di limitare gli errori a una quantità statisticamente accettabile, ma non certamente avere sviluppato una mentalità musicale e un’effettiva competenza e consapevolezza di quello che fanno. E questo vale anche, e soprattutto, per i bravissimi che suppliscono con le doti naturali alla mancanza di un’imposta-zione di metodo coerente e formativa. Non che nei conservatori siano rose e fiori: anche lì gli insegnanti di solfeggio hanno fatto in genere una scelta di ripiego, cui sono rassegnati, talvolta insofferenti, nel mi-gliore dei casi responsabilmente adattati e volonterosi, ma privi dei mezzi (che non esistono!) per perfe-zionare la loro preparazione e darsi ragione di quello che insegnano. A tutti coloro, dunque, che si trovano a insegnare solfeggio a qualsiasi titolo, e vorrebbero farlo meglio, si rivolge questo libretto, scritto da uno che presume di poter dire una parola sull’argomento sul-la base della sua applicazione costante per più di trent’anni, sostenuta da un minimo di cultura e di metodo di studio e, soprattutto, da una sconfinata passione per l’insegnamento che gli ha permesso, e gli permette ancora, di scoprire sempre aspetti nuovi anche nel ripetere un argomento per l’ennesima volta. Una materia insegnata bene diventa più piacevole sia per i discenti che per i docenti: mi auguro che la sicurezza derivante dal sostegno di un metodo che dà ragione di ogni suo aspetto dia più fiducia ai pri-mi nei secondi, e a questi un po’ del mio entusiasmo, che, quando c’è, è felicemente contagioso.