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Severin, Domenico

La registrazione organistica

In Italia, Francia, Germania, Spagna, Inghilterra dal XVI al XX secolo.

45,00

Organico:
MAN 014
9788895738369
21,5x31
200
Armelin Musica

CONTENUTO:

PREFAZIONE di Arturo Sacchetti
INTRODUZIONE di Domenico Severin

CAPITOLO I
L’ARTE DELLA REGISTRAZIONE IN ITALIA
Inquadramento Storico I
La registrazione nel XVI e nel XVII secolo
Estratto dalla «Seconda parte del Transilvano» di Girolamo Diruta: Discorso sopra il concertar li registri dell’organo – 1609
Estratto dall’ «Arte organica» di Costanzo Antegnati, pubblicata nel 1608
La registrazione nel XVIII secolo
Organo della Collegiata di Visso – Macerata (1759) costruito dai fratelli Fedeli della Rocchetta di Camerino
Gaetano Callido – 1767: Metodo per registrare l’organo della Cattedrale di Feltre
Gaetano Callido – 1801: Metodo per formare le combinazioni per l’organo nuovo di Moisé Profeta (Venezia)
L’organo-orchestra nell’Italia della fine del XIX secolo 13
Giambattista Castelli, «Norme generali sul modo di trattare l’organo moderno» con esempi musicali di Vincenzo Antonio Petrali
Norme generali per registrare, suonare ed accordare l’Organo esistente nella chiesa arcipretale di Santa Maria in Bastia (manuale stilato da Ferdinando Serassi nel 1883)
Tre documenti della casa organaria «Tronci» di Pistoia
Suggerimenti di registrazione di Giambattista Merighi
L’organo ceciliano-sinfonico
Metodo Teorico e Pratico per Organo di M.E.Bossi e G. Tebaldini – 1893

CAPITOLO Il
L’ARTE DELLA REGISTRAZIONE IN FRANCIA
Inquadramento storico
Il classicismo
Periodo «pre-classico»
Padre Marin Mersenne – (1636-37): ‘tTraité des instruments & musique de l’Harmonie Universelle»
Periodo Classico
Nivers (1632-1714 / 1665),J. Boyvin (1649-1706 / 1689), N. Lebégue (1631-1702/ 1676),A. Raison (16404719 / 1688), G. Corrette (1671-1733 / 1689)
Traduzione integrale delle introduzioni ai «Livre d’Orgue» di:
Guillaume Gabriel Nivers
Nicolas Lebègue
André Raison
Jacques Boyvin
Dom-Bédos de Celles – (1770) «IS ‘art du Facteur d’orgue»
Il post-classicismo
KadJoseph Riepp: «Le facteur d’orgue et quisnée … «- metà XVIII secolo
Guillaume Lasceux 1809 Essai de Théorie et Pratique sur l’Ari de l’Orgue (Saggio teorico e pratico sull’arte organistica – manoscritto)
Alexandre-Charles Fessy: «Manual d’Orgue» 1850
L’organo romantico-sinfonico
Clément Loret Professeur d’orgue à l’Ecole de musique religieuse de Paris et Organiste à l’Eglise St. Louis d’Antin Cours d’orgue en quatreparties (Parte III)
Charles Tournemire, Précis d’éxécution, de registration et d’improvisation à l’Orgue 88

CAPITOLO III
L’ARTE DELLA REGISTRAZIONE IN GERMANIA
Il tardo XVII secolo in Germania
Johann Baptist Samber – Salisburgo, 1707: Manuductio ad Organum et Continuatio ad Manuductionem
Matthaeus Hertel: «Orgle Schliisset’, (1666): Andreas Werckmeister: «Orgelprobe», 1681
Johann Friedrich Walter: metodo per registrare l’organo della Gamisonkirche di Berlino
Johann Mattheson: «Der vollhommene Gappelmeiste9’ (1739)
Gottfried Silbermann: tavola di registrazione per l’organo della chiesa di Grosshartmannsdorf (1741)
Gottfried Silbermann: tavola di registrazione per l’organo della chiesa di Fraureuth (1742)
Johann Friederich Agricola: «Htstorisch-Kritische .Beytraege zur Aufnahme da Mttsic (1758)
Jakob Adlung: Musica Medianica Organoedi (1758)
La registrazione delle opere di Johann Sebastian Bach
Altri esempi di registrazione: Georg Friedrich Kauffmann – 1733 «Harmonische Seetentust…»
Il periodo romantico in Germania: (Mendelssohn, Brahms, Schumann, Reubke, Liszt)
E.F. Richter – 1896 «Kathechismws der Orgel» – estratto
CAPITOLO IV
L’ARTE DELLA REGISTRAZIONE IN SPAGNA
Inquadramento storico
Alcune testimonianze sulla registrazione della musica d’organo spagnola:
Chiesa «San Juan de los Abadesas»
Organo Surcot Fray Lorenzo, 1613
Tavola di registrazione acclusa dal costruttore
Organo della cattedrale di Lerida (1624)costruito da Antonio Llorens e Juan Olius: Tavola di registrazione del 1624
Cattedrale di Segovia, Spagna Organo di Pedro Echevarria – seconda metà del 1700 – Varie combinazioni possibili con i registri distribuiti nei tre manuali dell’organo
Scritti sulla registrazione di don Don Fernando de Madrid
I registri tipici dell’organo Spagnolo (breve lessico)

CAPITOLO V
L’ARTE DELLA REGISTRAZIONE IN INGHILTERRA
Inquadramento storico
La registrazione della musica organistica inglese (seconda metà del XVII secolo — inizi del XIX secolo)

APPENDICE
Prospetti fonìci di alcuni strumenti storici relativi alle varie scuole organistiche trattate
Organi Italiani
Organi Francesi
Organi Tedeschi
Organi Spagnoli
Breve lessico generale dei registri
Denominazione delle tastiere nelle varie lingue
Tavola cronologica: I compositori per organo in relazione ai trattati sulla registrazione
BIBLIOGRAFIA
INDICE DEGLI STRUMENTI CITATI IN APPENDICE

ORGANI ITALIANI

Bologna -5. Petronio: Organo di Lorenzo da Prato, 1475
Brescia, Duomo vecchio: Organo di Gian Giacomo Antegnati -1536
Chiesa dì 5. Giuseppe a Brescia: Organo di Graziadio Antegnati, 1581
Milano – San Marco: Organo di Costanzo Antegnati -15..
Roma, Sant’Apollinare: Organo (con positivo tergale) costruito da Sebastian Hay, 1583
Parma, Conservatono: Organo positivo costruito da Claudio Merulo
Genova, 5. Maria in Carignano: Organo costruito da Hennans, 1656
Padova, Chiesa di Santa Giustina: Organo di Pietro Nacchini, 1737
Composizione fonica dell’organo Gaetano Callido: costruito nel 1776-1779 per il tempio di S.. Nicolò in Treviso
Piacenza, Monastero di Santa Maria di Campagna: Organo dei Fratelli Serassi, 1825 Strumento su quale fu organista Felice Moretti, ovvero Padre Davide da Bergamo
Composizione fonica dell’Organo della chiesa di S. Agostino in Treviso Opera dei Fratelli Serassi – 1858
Novi Ligure – Duomo: Organo costruito dai Fratelli Serassi – 1848

ORGANI FRANCESI

Gisors. Chiesa St. Gervais et St. Protais: Organo costruito da Nicolas Barbier, 1580
Organo stoico Malaucène: Pozalgues, 1637 – Boisselin 1712
Abbazzia Saint-Michel en Thiérache: Jean Boizard, 1714
Houdan, Chiesa di St.Jacques: Organo di Louis Alexandre Cliquot, 1734
Basilica di St. Maximin: OrganoJean-Esprit Isnard, 1772
Composizione dell’organo Cavaillé-Coll di Sainte Clotilde: strumento di César Franck, Charles Tournemire, Jean Langlais
Composizione dell’organo Cavaillé-Coll alla «Trinité» di Parigi (1867): strumento di Alexandre Guilmant, Charles Quef, Olivier Messiaen
Composizione dell’organo della famiglia Alain: strumento costruito da Albert e Jehan Alain

ORGANI TEDESCHI

Organo della cattedrale di Magdeburg: catalogato e smantellato da Heinrich Compenius nel 1603 datato probabilmente alla fine del 1300
Composizione dell’organo della Marienkirche di Lubecca costruito da Barthold Heing, 1516-1518 – strumento di Dietrich Buxtehude
Organo della Prediger Kirche di Erfurt: costruito nel 1647 da Ludwig Compenius – organo di Johann Pachelbel
Abbazia di Klosterneuburg: Organo di Johann Gcorg Freundt, 1636-1642
Composizione dell’organo della chiesa di St. Katharinen, in Amburgo strumento del 1670, riportato dal Mattheson nel 1720 utilizzato daJohann Adam Reinken suonato in occasione di un’audizione anche da J.S. Bach
Composizione dell organo della chiesa «Divi Blasii» di Muhlhausen ricostruito da J.F. Wender, secondo il disegno fonico di J.S. Bach (1708-09)
Progetto fonico di Bach per l’organo di Bad-Berka (174243)
Chiesa di Lahm, Gennania: Organo di Herbst, 1732 Costruito su probabile indicazione di Bach; Strumento del nipote di Bach, Johann Lorenz
Organo della Wenzelskirche di Naumurg Costruito da Zacharias Hildebrandt nel 1743 su indicazioni di Bach. Strumento tenuto da Atnikol, genero di Bach
Organo della Katharinenkirche a Francoforte costruito nel 1779 da Frani e Johann Michael Stumm uno degli strumenti suonati da Mendelssohn
Composizione fonica dell’organo della cattedrale di Meserburg costruito da F. Ladegast (1853-55). Franz Liszt vi esegui «Ad nos, …« e per esso scrisse la fantasia su B.A.C.H.
Thomas-kirche di Lipsia Organo Sauer-1889, 1908 tenuto da Karl Straube strumento tra i più importanti della fine dell’epoca romantica tedesca
Organo della «Oude Kerk» di Amsterdam strumento del 1539-1542 – utilizzato daJan Pieterszoon Sweelinck

ORGANI SPAGNOLI

Composizione dell’organo della cattedrale di Huesca (Aragona) Gaspar Marin, 1588 Progetto di Sebastian Aguilera de Heredia
Composizione dell’organo della chiesa Nuestra Senora de la Asuncion di Villasandino costruito da Pedro Merino de la Rosa, 1734
Composizione dell’organo «in cornu Epistolae» della cattedrale di Granada (Andalusia) costruito da Leonardo Fernandes Davilla, 1747

INTRODUZIONE DELL’AUTORE L’obiettivo di questa pubblicazione è quello di fornire all’organista e all’appassionato di musica per organo le indicazioni per “registrare” correttamente i brani delle diverse scuole e vari periodi storici. Tuttavia, molte di queste soluzioni di timbro, dettate dal gusto e dalla fattura strumentale di ogni singola epoca, possono risultare non soddisfacenti se riprodotte tali e quali sullo strumento in nostro possesso. Ogni organo è un mondo sonoro diverso ed originale: i numerosi parametri che concorrono alla formazione del suono sono altrettanti fattori di personalizzazione da parte del costruttore che arricchisce una determinata estetica con il suo talento innovatore. Così, ad esempio, per eseguire in modo soddisfacente un «Récit de tierce» su due differenti strumenti d’epoca si renderanno necessari degli adattamenti rispetto alle indicazioni in nostro possesso. Queste variazioni sono dovute all’equilibrio sonoro generale dello strumento, alla risposta acustica dell’ambiente, al fatto banale che un registro possa essere momentaneamente scordato e quindi inutilizzabile, ecc. I problemi si moltiplicano nel caso in cui lo strumento non sia stato concepito appositamente per un determinato repertorio. Infatti, registri recanti il medesimo nominativo e, di conseguenza, amalgami nominalmente equivalenti hanno carattere ed timbro profondamente diversi tra un paese e l’altro e portano impressi il gusto e lo spirito di un’estetica, il genio e l’anima di un organaro: non sarà mai possibile riprodurre esattamente il Callido o lo Schnitger o il Cavaillè-Coll. Possiamo solo, grazie al patrimonio organistico presente ed alla ricerca filologica, organologica e musicologica, cercare di capire, di avvicinarsi e di far apprezzare al pubblico la ricchezza di questo patrimonio culturale. Ci si propone di riportare, tradotte in italiano, le principali fonti storiche sulla registrazione. La scelta dei documenti è stata dettata da un criterio di importanza storica: sono state volutamente tralasciate altre fonti perché poco dettagliate, così come le frequenti sommarie annotazioni in partitura. L’Autore non intende realizzare una storia dell’organo, punta piuttosto a tracciare un percorso ordinato cronologicamente, tendente ad individuare i tratti caratteristici del “colore” che la musica organistica ha rivestito nel suo evolversi all’interno delle più importanti scuole europee. Resta tuttavia fondamentale per l’appassionato e per l’organista il poter sperimentare e giudicare personalmente delle possibilità offerte dai numerosi strumenti storici presenti nel nostro Paese e in tutta Europa. PRESENTAZIONE DI ARTURO SACCHETTI Vede la luce un contributo di Domenico Severin il cui titolo recita «L’arte della registrazione organistica» e, immediatamente, scorrendo l’interessante e documentato viaggio alla scoperta della prassi d’uso dell’organo inerente la scelta dei registri (timbri) una domanda sorge spontanea. È utile questa conoscenza ai fini interpretativi? Non si può rispondere senza, prima, considerare l’aspetto-base: l’arte organaria, antica o storica che si intenda, è una realtà viva, autentica, rilevante, significativa, oppure rientra nel novero delle anticaglie d’antiquariato e buona, al più, di essere osservata? In questo risiede il “leit-motiv” del “toccare” l’organo, scatenante opinioni, punti di vista, convincimenti, prese di posizione, dubbi e certezze. Difatti che senso ha acquisire una conoscenza storica sull’arte organaria d’epoca, individuare la personalità degli strumenti, conoscere gli innumerevoli suggerimenti offerti agli organisti per il buon uso dell’organo, assimilare la collocazione sonora a fronte dell’impiego liturgico e poi fare i conti con organi moderni di fattura industriale, impersonali, anonimi e noiosi. Emerge, indi, una realtà nella quale si inquadra l’opera di Domenico Severin la quale ha senso solamente se il perfezionamento dell’organista volge verso la conoscenza e la pratica degli organi antico-storici. Dal dopoguerra innanzi, quasi ovunque in Europa, condizionatamente alla presenza di un patrimonio organario datato, sono ritornati a nuova vita strumenti per anni ritenuti “ferrivecchi”, rottami inusabili, scomode presenze del passato colpevoli soltanto di essere figli del loro tempo. Hanno sofferto, pagandone spesso lo scotto, dell’inesperienza dei maestri d’organi nel campo del restauro d’arte filologico ma hanno, a poco a poco, conquistato una dimensione blasonata oscurando, in molti casi, le macchine sonore perfezionate, sostituendosi ad esse in concerti di prestigio, acquisendo spazi ambiti nella produzione discografica, divenendo oggetto di approfondimenti, ricerche e studi. Ma il testo in oggetto acquisisce un’importanza fondamentale nella didattica italiana ed internazionale. La scuola d’organo, in genere, ristagna nella concezione estetica del criterio di individuazione dei registri e del loro uso in rapporto alla creatività. La stasi è dovuta all’organo di riferimento per lo studio, perlopiù eclettico ed anonimo, inidoneo ad offrire possibilità di applicazione di prassi comportamentali storiche nella scelta dei registri. Scendendo nel dettaglio analitico, “L’arte della registrazione organistica” espone, per ogni scuola, una panoramica d’inquadramento generale seguita da una parte più ampia illustrante i consigli, affascinanti indicazioni provenienti da penne illustri, organisti, compositori, maestri d’organo, organologi e musicologi, animati dal desiderio di contribuire a porre in luce l’organo, esaltandone la personalità attraverso una cernita appropriata dei timbri. Seguono un lessico, prospetti fonici d’organi illuminanti, una tavola cronologica dei compositori d’organo e la bibliografia. Questo testo apre un nuovo scenario che nel futuro conferirebbe allo scandaglio organistico inedite dimensioni. Esse dovrebbero (il condizionale oggi è d’obbligo), in particolare per l’organo, aprirsi all’arte organaria d’epoca inanellandola con la creatività e l’interpretazione rifuggendo da generiche letture della fisionomia dello strumento. La scuola, in tal contesto, assume un molo detenninante: si potrà vagheggiare il giorno nel quale un corso di organo ed interpretazione organistica sarà itinerante alla individuazione delle pietre miliari dell’organologia del “Re degli strumenti”? Se si avvererà l’auspicato desiderio il trattato di Domenico Severin assurgerà a certo punto di riferimento e causerà provocatoriamente il sorgere di conseguenti parti.