INTRODUZIONE ALLA PUBBLICAZIONE
[…..] Dunque, il presente metodo offre un inquadramento tradizionale tonale/modale cercando corrispondenze nell’insegnamento di epoca barocca non per un iperstoricismo, ma perché quell’estetica è ancora vicina alla nostra epoca che ne ripete impostazioni e visione della musica; quel metodo di insegnamento, inoltre, è un esempio di percorso -certamente ben più difficile dell’apprendimento scolastico attuale, quello che porta ad eseguire note già pronte in partitura- che conduce all’autenticità delle abilità: non al camuffamento o al prestito rassicurante dall’archivio della storia, non al confondere musicus e musikant, ma a una possibilità del sé senza intermediazioni. Pure, ciò che il passato ci consegna di valido non può che continuare in un presente che ci offre suggerimenti altrettanto preziosi: la tensione comunicativa impara anche a prendere dall’oggi ciò che sembra rientrare nei canoni di una disponibilità alla condivisione; suggestioni modali, echi etnici o suoni elettronici o jazz. Il musicista dovrebbe saper cogliere pagliuzze d’oro ovunque esse siano.