La fortuna della Messa di Requiem di Giuseppe Verdi, composta per il primo anniversario della morte di Alessandro Manzoni (22 maggio 18 74), è largamente nota.
Il binomio Verdi – Manzoni, due geni assoluti nei rispettivi campi artistici uniti dai valori tipici del Risorgimento italiano, non potè che amplificare al massimo quello che è intrinsecamente un capolavoro massimo.
L’editore Ricordi immediatamente si adoperò per pubblicare riduzioni e trascrizioni per i più vari organici strumentali e vocali.
Per la versione organistica, che venne stampata in Italia nel 1876, Tito Ricordi si avvalse di C. H. Tovey.
Di questo musicista non sappiamo praticamente nulla se non che aveva già avuto esperienze di adattamenti all’organo trascrivendo e pubblicando nel 1870-72 delle composizioni di Adolf von Henselt (1814-1889) e nel 1874 alcuni lavori di William Sterndale Bennett (1816-1875). Di questi lavori Tovey fu anche l’editore.
Possiamo supporre che la conoscenza di Ricordi con Tovey possa essere avvenuta in quanto la ditta Ricordi aveva una rappresentanza in Inghilterra.
Molti lavori di Verdi trascritti all’organo erano stati pubblicati da Ricordi, per la maggior parte a cura di Carlo Fumagalli (1922-1807)e Paolo Sperati (1821-1884). Queste riduzioni erano rivolte, come si direbbe oggi, al mercato interno in quanto destinate agli organi italiani antichi.
La scelta d Tito Ricordi, di affidare ad un organista inglese la trascrizione del Requiem, può avere una doppia chiave di lettura: dare una più vasta diffusione al capolavoro verdiano, il che comportava anche maggiori guadagni, ma anche internazionalizzare la produzione editoriale organistica della casa editrice milanese. In quest’ottica possiamo affermare che già allora nella cultura musicale italiana si stava preparando la strada all’organo moderno ed è per questo motivo che abbiamo voluto inserire questo volume nella collana “L’Organo Italiano nell’800”.
Tovey nella trascrizione della Messa omise il Sanctus forse perché la doppia fuga, presente in questo movimento, adattata nella stesura all’organo non lo soddisfaceva abbastanza.
Ci sembrava però sconveniente pubblicare il Requiem senza questo celebre movimento. Per questo abbiamo chiesto al M° Maurizio Machella di provvedere, oltre alla cura di questa nuova edizione, anche alla trascrizione del Sanctus. Nell’adattare questa parte della Messa si è cercato di essere il più possibile aderenti allo stile di Tovey per non snaturare l’intero lavoro.
Siamo convinti che nel secondo anniversario della nascita di Giuseppe Verdi questa composizione potrà essere tra i pezzi che nei concerti d’organo celebreranno il genio di Busseto.