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Couperin, François
1668-1733

Messe Solemnelle à l’usage ordinaire des Paroisses

Partitura con Guida alla comprensione, analisi ed esecuzuione di Sandro Carnelos

40,00

Organico:
MAN 117
9788899619015
21,5x31
100
Carnelos, Sandro
Armelin Musica

CONTENUTO

Presentazione
La scuola organistica francese
François Couperin
La pubblicazione
Struttura dell’opera
Gli organi della chiesa di Saint-Gervais-Saint-Protais
L’organo di Saint-Gervais ai tempi di François Couperin
Il materiale sonoro
Il pedale d’organo all’epoca di Couperin
Gli organisti di Saint-Gervais
La registrazione dell’organo classico francese
Inégalité
L’inégalité in Bach e Händel
Georg Muffat e la divulgazione dell’inégalité
Johann Fischer compositore fra Bach e Muffat
Bach in stile francese
Henry Purcell e l’ineguaglianza in Inghilterra
Analisi e metodo di studio
La diteggiatura
Articolazione e fraseggio
Abbellimenti
Bibliografia Essenziale
Discografia essenziale

LA PARTITURA:
Plein chant du premier Kyrie, en Taille
Fugue sur les jeux d’anches
Récit de Chromhorne
Dialogue sur la Trompette et le Chromhorne
Plein chant
Plein jeu. Et in Terra pax
Petitte fugue sur le Chromhorne
Duo sur les Tierces
Dialogue sur les Trompettes […] avec le Larigot du Positif
Trio à 2 dessus de Chromhorne et la basse de Tierce
Tierce en Taille
Dialogue sur la Voix humaine
Dialogue en trio du Cornet et de la Tierce
Dialogue sur les Grands jeux
Offertoire sur les Grand jeux
Plein chant du premier Sanctus en Canon
Récit de Cornet
Benedictus. Chromhorne en Taille
Plein chant de l’Agnus Dei en Basse et Taille alternativement
Dialogue sur les Grands jeux
Deo gratias

PREFAZIONE di Roberto Bonetto Charles Burney, dopo aver avuto occasione di ascoltare a Parigi nel 1770 alcuni celebri musicisti e, tra loro, celebri organisti, sentenziò che la musica francese “risulta notoriamente odiosa in tutta Europa, fatta eccezione per la Francia”. A dispetto di questo caustico commento è bene ricordare che in quegli anni la tradizione dei grandi maestri francesi era oscurata dalla spettacolare esteriorità di un Balbastre o di un Daquin e l’attento Burney non poteva aver conosciuto la profonda nobiltà dei lavori di Couperin le grand. È infatti, per noi, innegabile il fascino che traspare nelle pagine dei compositori francesi del periodo barocco, e tali pagine furono riportate alla conoscenza del grande pubblico solo nel XIX secolo grazie al lavoro di illustri studiosi citati nella prima parte di questa edizione. Fascino e ammirazione che anche Johann Sebastian Bach mostrò nei confronti di un Nicolas De Grigny e di altri organisti del periodo, più appropriatamente definito, classico dell’organo francese. Tra questi organisti la figura di un poco più che ventenne Francois Couperin appare gigantesca e le poche sue composizioni organistiche si stagliano come formidabili esempi di stile. All’amico Sandro Carnelos il merito di aver messo mano ad un materiale che proprio nella comprensione e nell’aderenza stilistica presenta grande complessità. La conoscenza di un mondo espressivo è il presupposto di ogni approccio interpretativo, ma ciò appare sicuramente più importante – se non addirittura imprescindibile – quando si affronta il linguaggio dell’organo classico francese. In questo senso Sandro Carnelos prepara l’approccio al lavoro di Couperin con una approfondita analisi storico-stilistica, mettendo al centro della nostra attenzione lo strumento per il quale questa musica fu concepita. Infatti, la produzione organistica del periodo classico, e non solo, è strettamente connessa con lo strumento “organo” di quegli anni e la conoscenza, l’uso dei registri specifici di tali strumenti e le precise indicazioni date dai compositori sono certamente più utili di qualunque dissertazione trattatistica sull’interpretazione. Questa edizione curata da Sandro Carnelos ci fa ben comprendere la centralità del suono dell’organo francese e stimolerà sicuramente la curiosità di voler sentire questo “suono” in quanti vorranno avvicinarsi a queste Messes di F. Couperin. Carnelos affronta in maniera convincente la tediosa questione dell’inégalité e degli abbellimenti; questioni che, lungi dall’essere inequivocabilmente risolte, vengono presentate con indicazioni storicamente precise. Il revisore però, proprio alla luce della sua grande esperienza concertistica e didattica, puntualizza che solo il gusto dell’interprete, sorretto necessariamente da una approfondita conoscenza stilistica, potrà essere alla fine il vero arbitro. Un’edizione, quindi, che si rivolge a tutti coloro che vorranno confrontarsi con lavori esemplari di uno straordinario momento dell’organo con l’auspicio di potervi ritrovare quella, grace et majesté che, come rimarcato da Marchand e da Rameau, sono le caratteristiche identificative di questo stile.