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Rizzello, Marcello, Nalin, Giuseppe

“Virtuoso ben noto, e di molto merito”

Un ritratto dell'oboista Matteo Bissoli (1712-1780)

39,00

Organico:
BIO 016
9788899619626
16 x 23
260
Armelin Musica
INDICE: Prefazione (di Alfredo Bernardini) Introduzione I – La vita 1. Gli inizi a Brescia 2. La carriera a Padova 3. L’apprendistato 4. Concerti 5. All’esterno 6. Malattie 7. Una famiglia povera? 8. Lettere ed esperimenti 9. Colleghi 10. Devozione II – Le immagini 1. L’incisione 2. Il dipinto 3. Una famiglia, un precettore 4. Il disegno 5. Lo strumento 6. Un confronto III – Le musiche 1. Un’introduzione poetica 2. Alla cappella della Pace 3. Il compositore 4. Il maestro Vallotti 5. Una messa di padre Zuccari 6. A Vicenza: un altro ritratto? 7. Un soggiorno bolognese 8. Nei teatri cittadini 9. L’accademia del marchese Conclusione: un oboista all’ombra di Tartini? Appendice: lettera di Bissoli a padre Martini Bibliografia Elenco delle illustrazioni Elenco degli esempi musicali Indice dei nomi Questo libro intende ripercorrere un denso capitolo di storia della musica del Settecento, sfruttando un punto di vista del tutto inedito: quello di un virtuoso oboista e compositore, Matteo Bissoli (1712–1780), finora noto più che altro per esser stato collega del più celebre Giuseppe Tartini (1692–1770) presso la Basilica di Sant’Antonio a Padova. La ricerca, dall’impianto biografico, si svolge intrecciando documenti archivistici di più varia natura, lettere, manoscritti e strumenti musicali, poemi, trattati scientifici, opere d’arte e altro ancora: questo consente di offrire al lettore una visione piuttosto ampia di un ambiente culturale vivace, e non soltanto per quanto riguarda la musica, che pure vi era altamente considerata. Di questo crogiolo il virtuoso oboista fu certo uno stimato attore, per quanto egli sia finora rimasto quasi completamente nell’ombra. Perciò la sua figura viene qui restituita, nella sua rivalutata importanza, alla memoria storica e il tutto a partire da un meraviglioso ritratto a olio su tela (qui in copertina), fortuitamente ritrovato, che è stato solo il primo passo compiuto per sottrarre all’oblio una quantità d’informazioni altrimenti impensabile: dalla storia dell’oboe a quella del mecenatismo musicale, la condizione sociale dei musicisti, le loro consuetudini professionali, il pensiero sull’arte dei suoni e così via. Il quadro emergente restituisce quindi vita, opere e genialità di chi fu, nella luminosa Padova del Settecento, un protagonista della scena musicale non solo italiana, ma pure europea: e questo lo testimoniano anche i diversi personaggi dalla statura artistica elevata che incrociarono il loro percorso con quello di Matteo Bissoli, e che il lettore incontrerà durante la narrazione. GLI AUTORI: Marcello Rizzello (1998) ha conseguito i diplomi accademici di primo (110/110 con lode) e di secondo (110/110 con lode e menzione) livello in oboe barocco e classico presso il Conservatorio di Parma. Attualmente si perfeziona al Conservatorio di Verona, ed è laureando in filosofia (corso triennale) presso l’Università di Parma, con una tesi di estetica musicale. Frequenta inoltre il corso di laurea magistrale in musicologia dell’Università di Pavia (sede di Cremona), e all’attività artistica affianca la ricerca in ambito musicologico, i cui primi risultati sono apparsi sulla rivista scientifica Journal of the American Musical Instrument Society nel 2021. Giuseppe Nalin (1954) ha conseguito il diploma di oboe moderno nel 1979 al Conservatorio di Firenze, e nel 1984 ha iniziato ad interessarsi agli strumenti storici, perfezionandosi con P. Dombrecht ad Anversa e A. Bernardini a Venezia. Contestualmente ha fondato l’Ensemble Barocco Sans Souci, con il quale ha sviluppato un’attività concertistica internazionale, realizzando diciassette dischi e ottenendo il premio discografico speciale della Fondazione Masi. È stato giornalista per le riviste CD Classics, Orfeo e Audiophile Sound, realizzando centinaia di articoli, recensioni discografiche e interviste, oltre ad esser stato collaboratore esterno di Rai 3 nelle sedi di Firenze, Bologna e Venezia. Nel 2013, con alcuni medici dell’Università di Padova, ha condotto l’estumulazione dei resti del celebre evirato cantore Gaspare Pacchierotti (1740–1821), ritrovamento unico con importanti risultati scientifici. È stato ispiratore del romanzo Il castrato di Vivaldi di G. D. Mazzocato (2017), e si dedica all’attività di supervisione e regia per registrazioni musicali, oltre a tenere conferenze sulla storia dell’oboe e dell’arte dei castrati.