“Alta la persona, amplissima la fronte, i capelli lunghi inanellati, l’occhio indagatore, dolce sempre eppur mobilissima la fisionomia, carattere popolare, bonarietà senza la minima leggerezza… Tipo eminentemente artistico, incedeva lento ed astratto e chi gli passava vicino lo udiva mormorare qualche monosillabo: conversazioni del genio con l’infinito!”.
Così il corrispondente musicale del “Giornale di Udine” nell’annunciare la morte di Giovanni Battista Candotti, presentava la di lui figura, prima prima di passare a far l’elogio del musicista.
Don Giovanni Battista Candotti nacque a Codroipo il 1° agosto 1809 da modesta famiglia. Fin dalla fanciullezza dimostrò mente sveglia, pronta ed indole mite, unita a un carattere vivace ed ardente. Sicchè piacque all’Arciprete di allora, Zaccaria Tiritelli, che si fece mecenate e lo avviò al Seminario. Qui il giovane studente meritò premi e le più belle annotazioni. Si distingueva specialmente nello studio della letteratura: italiana, latina, greca ed ebraica. Anzi, nelle intestazioni o note finali di tante sue composizioni musicali mise parole o frasi in lingua greca ed è caratteristico che, scomponendo il suo cognome originario CANDOTTO in CANE-DOTTO, lo tradusse alla greca in CINOSOFO, da Kinos=Cane e Sophos=Dotto.
Molte sue composizioni sono precisamente firmate solo con la parola “Cinosofo”; come pure nell’intestazione di diversi suoi lavori si legge: “Messa, Suonata, Mottetti…del CINOSOFO”; qualche volta: “del CINOSOFO CODROIPOLITANO”!
Ricevette l’ordinazione sacerdotale a Udine, il 9 Settembre 1832 e celebrò la sua prima messa a Codroipo il 30 Settembre dello stesso anno. Divenuto sacerdote gli furono proposti diversi incarichi ma il Mons. Giuseppe Ferrandini, Decano dell’Insigne Capitolo di Cividale, lo ottenne come organista del Duomo, ove passò poi Maestro di Cappella. Si trasferì così da Codroipo a Cividale, ove rimase per tutto il resto della vita.