Unica composizione sacra di cui si è a conoscenza di Costantino Ferrabosco, membro di una famiglia di musicisti attiva fra la metà del sec. XVI e la fine del XVII in Italia, Austria e Inghilterra, l’opera, pur rendendo omaggio allo stile severo, si apre alle suggestioni e alle nuove tendenze vocali di fine secolo, ossia ad uno stile sensibile, emotivo, intriso di una nuova temperie armonica. Di fatto, una sorta di compromesso; uno stile ‘misto’, più votato alla ricerca di corrispondenza fra musica e testo poetico, rivolto ormai verso l’imminente trasformazione delle forme polifoniche nel periodo Barocco